Addio al pianista argentino Alberto Neuman

Condividi questo articolo?

Addio al pianista argentino Alberto Neuman, tra i più famosi allievi di Arturo Benedetti Michelangeli, virtuoso del pianoforte capace di spaziare dai grandi autori classici, da Bach a Chopin, fino a introdurre nel suo repertorio il tango: è morto all’età di 87 anni ad Angouleme, in Francia. La notizia della scomparsa è stata data da “Charente Libre”, il quotidiano locale del dipartimento della regione Nuova Aquitania. Neuman era cittadino onorario di Angouleme, dopo aver insegnato per molti anni nel Conservatorio musicale cittadino ed aver organizzato un noto festival di pianoforte.

Nato a Buenos Aires, Alberto Neuman si è formato fin dall’infanzia alla scuola di Vincenzo Scaramuzza, erede della tradizione pianistica italiana e maestro dei più celebri concertisti argentini, da Bruno Leonardo Gelber a Martha Argerich. Ha conseguito il diploma di perfezionamento all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma ed ha partecipato come allievo ai corsi di Bolzano, Torino, Arezzo e Siena tenuti da Arturo Benedetti Michelangeli che di lui scrisse: “Ha fatto tesoro dei miei insegnamenti”.

Neuman è stato tra i finalisti del Concorso Busoni di Bolzano, ha vinto il Primo Premio assoluto al Concorso internazionale “G.B. Viotti” di Vercelli e la medaglia d’oro del Rotary internazionale. Già assistente del celebre musicologo Fedele D’Amico per la cattedra di storia della musica all’Università di Roma, Neuman è stato docente di pianoforte al Conservatorio di Parigi e poi del Conservatorio di Angouleme. Ha inciso dischi in Germania, Giappone e Francia per le etichette Arion e Buda Records.

Neuman ha dato concerti decine di Europa e in America, collaborando fra l’altro con le orchestre del Teatro Colon de Buenos Aires, la Filarmonica di Monaco di Baviera e il Teatro della Fenice di Venezia. Nel 2002 ha partecipato al Festival internazionale di Osaka, dove ha ricevuto la medaglia d’oro.

Neuman è stato il primo pianista di formazione classica a incidere Astor Piazzolla negli anni ’70, sotto la guida dello stesso compositore che ebbe modo di dichiarare: “Risurrezione dell’Angelo diventa un classico sotto le dita di Alberto”. Anche il maestro Arturo Benedetti Michelangeli aveva suggerito ad Alberto di non trascurare la musica argentina dopo aver ascoltato le sue improvvisazioni.

Potrebbe interessarti

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.